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IL CASTELLO DI OPPIDO LUCANO

Nessuno sa chi possa essere stato ad edificare il castello di Oppido.
Dall’area stessa dei suoi ruderi e dallo spessore delle mura si comprende perché venne definito con il termine di "Castro fortissimo" e "Magnum Castrum".
Il castello non fu mai stabile dimora per i baroni, forse perché appartenuto quasi sempre alla Corona. I primi padroni, comunque, risultano i francesi Pietro de Sonmerouse (1269), Roberto de Drois (1306) e Pietro de Glaix (1309); la fortezza fu quindi ceduta a principi angioini e durazzeschi, finché, sotto, il regno di Giovanna I e sotto i primi re Aragonesi, venne in possesso della famiglia Zurlo, che ne fu proprietaria sino al 1480. Per più di due secoli, quindi (1500-1721) fu degli Orsini, principi di Taranto.
L'abbandono definitivo del castello avvenne con l’estinzione della Casa Orsini.
Passato il feudo in altre mani, i nuovi padroni non vi fecero che rare apparizioni, restando il castello affidato a funzionari del Regno.
Dopo l’abolizione della feudalità, il vetusto edificio andò sempre più deperendo e alla fine fu venduto per poche migliaia di lire.


La storia di questo castello favoleggia che il compratore, mentre faceva apportare delle modifiche edilizie, trovò un plico ancora suggellato, con lo stemma degli Orsini, principi di Taranto – lo stesso che si può vedere sul vecchio portale d’ingresso –.
Incuriosito subito lo aprì per leggerlo. Il documento, poiché era scritto in latino, non fu tradotto dall’ignorante compratore, che per l’occasione si recò da un vecchio prete pregandolo di tradurgli il contenuto del plico. Il prete tradusse: "Poiché lo hanno fatto a me, io lo farò anche a te. Non so chi sarai né quando leggerai, ma sono sicuro che ci cascherai. Te lo dico: è una bugia; ma se scavi per tre metri, dove ora c'è la stalla, qualche cosa troverai. Or vediam come la metti: sì o no. Cosa farai? Forse ci cascherai!".
Il prete manifestò che era chiaro fosse una burla, ma il compratore la pensò diversamente, e comunque non avrebbe fatto nulla. La notte seguente invece, da solo, iniziò a scavare; solo che non riuscendo in una sola notte proseguì nelle successive. Ogni notte, il compratore si alzava dal letto per andare a scavare forsennatamente, sino a quando, dopo tanta fatica, una cassetta.
La prese, ma era pesante, perciò prima di aprirla, volle aspettare dopo un piccolo riposo; intanto pensava a sé ricco e padrone di un castello meraviglioso, che avrebbe oscurato la fama del Magnum Castrum che aveva acquistato. La storia, accanto al nome, dei grandi feudatari di Oppido avrebbe ricordato anche il suo! Tremando, aprì la cassetta, ma niente, né oro, né gemme; ma solo ancora un plico. Lo srotolò con mano febbrile e lesse soltanto una parola: "Blennus!". Non sapeva il latino, ma dovette certamente comprenderne il significato; anzi si arrabbiò così tanto che si allontanò per sempre da Oppido, dopo aver rivenduto il castello.

Autore: P. Rescio

 

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